La Riforma protestante che insanguinò l’Europa
8
OTTOBRE
2017
dal “Messaggero Veneto”.
Cinque secoli fa, il 31 ottobre 1517. Le 95 tesi che Lutero affisse a Wittenberg
di VALERIO MARCHI
Circa un miliardo e 200 mila cattolici e 800 milioni di protestanti nel mondo: numeri che parlano dello straordinario fenomeno chiamato “Riforma protestante”, i cui inizi risalgono proprio a cinque secoli fa (31 ottobre 1517, le “95 tesi” che Martin Lutero affisse a Wittenberg). E, nonostante l’arbitrarietà e l’incertezza di ogni periodizzazione, si può davvero parlare di un prima e di un dopo la Riforma. Ora, parafrasando alcune frasi di Mario Silvestri circa un’altra fondamentale ricorrenza, quella di Caporetto – «Caporetto viene da lontano e va lontano … La vera Italia non è quella del Piave ma quella di Caporetto. L’Italia del Piave non è la regola ma l’eccezione» –, si potrebbe dire che anche la Riforma venne da lontano e portò lontano, ad una frattura dolorosa sancita da brutali prese di posizione da tutte le parti. E l’Europa fu insanguinata da conflitti fra cristiani almeno fino alla Pace di Vestfalia (1648).
Venne da lontano, la Riforma: già dall’XI secolo si tentò di rimediare alla simonia (compravendita di cariche ecclesiastiche) e al concubinaggio dei prelati. Taluni movimenti (patarini, valdesi, catari) gridarono alla riforma, ma furono dichiarati eretici; l’inglese Wyclif (XIV secolo) e il boemo Hus (mandato al rogo nel 1415) levarono la voce. Ma invano! I mali della Chiesa di Roma erano palesi. Ci volle il concorso di vari fattori perché Martin Lutero salvasse la propria vita e la Riforma avesse vita: come si suol dire, l’uomo giusto, al posto giusto, nel momento giusto. Il potere politico di Federico III di Sassonia, uno dei grandi elettori di quella Germania stanca di essere munta da Roma, lo protesse. La nuova concezione dell’uomo e delle sue necessità, avanzata con l’Umanesimo e con il ritorno alle fonti, alla lettura agevolata dalla stampa a caratteri mobili (Gutenberg, metà del XV secolo), favorì e accelerò la diffusione – in lingua tedesca, peraltro – delle sue idee, sostanziate da una Bibbia tradotta in tedesco.
Anche Lutero, come molti altri, era ansioso per la propria salvezza. La Riforma fu innanzitutto una reazione di tipo religioso, che scatenò profonde conseguenze in ogni campo della vita (d’altronde, il problema religioso è spesso alla radice di fenomeni storici di ampia portata). Ovviamente non fu solo Lutero con la sua «sola gratia, sola fide, sola Scriptura»: altri lo seguirono, con alterni percorsi ed esiti. (Oggi, alle 18 alla Feltrinelli di Udine, l’incontro con Arrigo Corazza e l’autore dell’articolo). Giovanni Calvino, ad esempio, diede forma precisa alle rivendicazioni dottrinali dei riformati. Fu implacabile al punto da instaurare un regime teocratico a Ginevra e bruciare lo spagnolo antitrinitario Michele Serveto. I suoi seguaci fissarono poi i dogmi del calvinismo reagendo ad altri calvinisti, gli Arminiani, che la pensavano diversamente (Sinodo di Dordrecht, 1618-1619: i famosi cinque punti del calvinismo). Vi fu bensì una Riforma, ma molti protestantesimi. cE Roma? Già percorsa da fremiti interni di cambiamento (Erasmo da Rotterdam, Reginald Pole, Gaspare Contarini…), rispose tardi e male: fu la Controriforma, secondo i non cattolici; Riforma cattolica, invece, per i cattolici capeggiati dallo storico Hubert Jedin. Vi furono poi il Concilio di Trento (1545-1563), i Gesuiti di Loyola, la messa al bando della Bibbia in volgare… Intanto, dall’Europa insanguinata le contrapposte fazioni sbarcavano nel Nuovo Mondo segnandolo per sempre. E la Riforma in Italia? Nonostante alcune lodevoli iniziative non attecchì, né poteva essere altrimenti. Alcuni pensatori italiani, che non aderirono alle chiese confessionali riformate, fuggirono perseguitati sia dai cattolici sia dai protestanti. Furono detti “eretici italiani del Cinquecento” in una celebre opera di Delio Cantimori. Ma questa è un’altra storia. Da ultimo, è lecito chiedersi: dove ha portato la Riforma protestante? Fu veramente la caporetto della Chiesa Cattolica Apostolica Romana o fu caporettiana anch’essa?