Mister Geography, l’erudito che combatté i totalitarismi
18
SETTEMBRE
2017
dal “Messaggero Veneto”.
Appunti per la biografia di “Joseph”, un grande geografo nato a San Daniele Espressione della migliore cultura ebraica, riparò in Australia dove morí nel 2000
di VALERIO MARCHI
Con questo articolo lo storico Valerio Marchi, focalizzandosi sulla figura di Giuseppe-Joseph Gentilli, anticipa alcuni contenuti di un suo libro di prossima pubblicazione, che ricostruisce le vicende della famiglia friulana dei Gentilli nel Novecento.
«I miei primi anni furono beati e contenti», scrisse nelle sue memorie Giuseppe Gentilli, ebreo nato a San Daniele del Friuli nel 1912 da Giulio e da Elisa Jona. Ma l’idillio finì con la Grande Guerra.
Del disastro di Caporetto, il piccolo Gentilli non dimenticò mai la fuga sotto la pioggia, fra una marea di profughi: lui sulle spalle del papà, la sorellina Ginetta su quelle della mamma. Ricordiamo, a partire da qui, alcuni momenti della vita di Giuseppe (poi chiamato Joseph).
I Gentilli oltrepassano il ponte sul Tagliamento, fatto saltare poco dopo. Alla stazione di Pinzano riescono a salire su un treno stracarico.
Scesi a Bologna, si stabiliscono nella vicina Corticella, presto raggiunti da altri famigliari. Sei mesi dopo nasce Magda, futura mamma del professor Giampaolo Borghello.
Superato anche il flagello della “spagnola” (ne viene colpito anche papà Giulio, poi ripresosi) la famiglia torna a San Daniele, trovando la casa sfondata da un colpo di cannone e la sinagoga devastata.
Nel 1923 i Gentilli si trasferiscono a Udine, dove nasce Roberto (il compianto ingegner Gentilli). Giuseppe si diploma ragioniere all’istituto A. Zanon, roccaforte della scuola geografica friulana.
Tra Otto e Novecento, il Friuli contribuisce brillantemente agli studi geografici, geologici, speleologici e climatologici annoverando illustri scienziati, fra cui un altro sandanielese, Renato Biasutti, di cui Giuseppe sarà discepolo.
Il giovane Gentilli coltiva l’amore per la geografia, le scienze naturali e le lingue (scriverà correntemente in inglese, francese e tedesco) e spazia tra realtà religiose e filosofiche: giudaismo, cattolicesimo, protestantesimo, buddismo e, soprattutto, il taoismo: come hanno osservato Oreste del Buono e Giorgio Boatti, la sua saggezza lo renderà «uno dei pochi che davanti alle prove imposte dalle follie dei facitori della Storia oppongono un carattere serenamente ottimista, ma avveduto.
Capace di scorgere – giovanissimo – il castello di menzogne su cui si regge la politica di potenza del regime mussoliniano».
In effetti, dopo la laurea del 1934 a Venezia e l’incarico all’Istituto di Geografia dell’Università di Firenze, iniziano i problemi.
Nel 1935, richiamato alle armi, non si presenta perché reputa l’impresa in Etiopia un’aggressione ingiusta: degradato e portato davanti alla corte marziale, perde il posto all’Università.
Ciononostante, partecipa a convegni e prosegue i suoi studi; ma scrive anche in francese, e osa auspicare valutazioni critiche dei testi di Storia… di conseguenza, nel 1938 la stampa fascista lo bolla come «un uomo che non sarà mai in grado di capire lo spirito dell’Italia fascista».
Incontra il «volto brutale del fascismo, la frana e l’abisso» (sono espressioni sue): subisce censure, assiste a violenze squadriste e all’introduzione delle leggi razziali, si sente intrappolato in un’Europa pronta a esplodere.
Nel 1939, pochi giorni dopo l’inizio della guerra, riesce – anche attraverso peripezie da film – ad approdare in Australia. Lavorerà per tutta la vita a Perth (University of Western Australia, dove oggi esiste il Gentilli Lecture Theatre).
Afferma che «la vera guerra da combattere è quella contro i totalitarismi» e si prodiga per l’Australian Italian Antifascist Movement.
Intrapresa una carriera di geografo e climatologo che gli darà fama mondiale, diventa per tutti Joseph (o più semplicemente Joe).
Attira una tale quantità di giovani allo studio della Geografia, da venire soprannominato “Mr. Geography”. Con le sue poliedriche ricerche esamina in profondità anche l’emigrazione italiana in Australia.
Ricopre molteplici incarichi e riceve prestigiosi riconoscimenti sia in Italia (un esempio: Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica) sia in Australia (uno dalle mani del Governatore generale, con il compiacimento della Regina).
Dedica al Friuli fondamentali studi sui climi e sulla necessità di un’«università friulana veramente libera e indipendente, solo rivolta alla ricerca del vero»: un sogno che si farà realtà
nel 1978.
Da anziano – ha riferito il giornalista Andre Malan – conserva ancora «luminosi occhi indagatori da eterno studente».
Muore nel 2000 a Perth, dove gli è intitolata una strada. Ma anche San Daniele ha la sua via Joseph Gentilli.