La storia riscoperta di Copetti caduto a Novo Georgewka
26
MARZO
2017
dal “Messaggero Veneto”.
Il ritrovamento della piastrina sul campo di battaglia: era nell’ottavo alpini Gemona lo riconosce: abile ciclista, muratore, minatore «uomo di tempra»
di VALERIO MARCHI
Ha finalmente un volto il nome di Diego Copetti, figlio di Antonio e di Maria Tonizzo, nato a Gemona nel 1913 e dichiarato disperso nella Campagna di Russia il 23 gennaio 1943, dopo i furiosi scontri di Novo Georgewka.
Caporal Maggiore dell’8° Reggimento alpini, inquadrato nella Divisione alpina Julia, Copetti fu decorato con la Croce al Valor Militare per le sue «salde qualità alpino di fortissima tempra», essendosi distinto «in una lunga, estenuante serie di duri combattimenti», durante i quali ha affrontato «senza speranza la valanga avversaria in un ultimo, supremo atto di dedizione al suo dovere, scomparendo nella mischia».
Il 20 febbraio scorso abbiamo dato notizia del ritrovamento – a opera del bellunese Simone Bonaccorso – della piastrina di riconoscimento di Diego Copetti nei pressi di Derezovka, villaggio della Russia europea sudoccidentale. Si erano subito mobilitati sia Paolo Garlant di Gemona sia i canali ufficiali, in primo luogo l’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia (Unirr) tramite Italo Cati.
Ora, grazie alle informazioni fornite da Ivo Del Negro, presidente dell’Associazione nazionale alpini (Ana) di Gemona, e dalla signora Norina Cargnelutti, possiamo tracciare un profilo dell’alpino disperso.
Diego faceva il muratore ed era un abile ciclista. Chiamato alle armi nell’aprile del 1934, fu assegnato all’8° Reggimento Alpini, Battaglione Gemona. Promosso caporale nell’agosto successivo e Caporal Maggiore nel gennaio 1935, in ottobre fu trattenuto alle armi.
Collocato in congedo a metà marzo del 1936, nel luglio seguente si arruolò volontario per l’Africa Orientale Italiana. Voleva fare il militare nonostante che suo padre, muratore, considerasse “fannulloni” coloro che firmavano sotto le armi… Comunque sia, in ottobre fu assegnato al 7° Reggimento Alpini, Battaglione Uork Amba (Montagna d’Oro). Poi, rientrato in Italia, fu posto in congedo nel gennaio 1937.
Essendo operaio nelle miniere di Cave del Predil, all’inizio del 1940 fu esonerato dal richiamo alle armi. Nel marzo del 1941, però, fu richiamato e assegnato all’8° Reggimento Alpini, Battaglione Cividale. Partì per la Campagna di Russia l’11 agosto del 1942. Era fidanzato, ma a causa di quella folle spedizione, non poté sposarsi.
Nel 1933 il suo unico fratello, Antonio (classe 1908), ebbe a Gemona un figlio di nome Mario, morto nel 2002. Ma è ancora viva la moglie di Mario, Norina Cargnelutti, nata nel 1935 a Sabaudia (erano anni in cui molte famiglie si trasferivano nel Lazio per cogliere le opportunità sorte dalle bonifiche dell’Agro Pontino). Vent’anni dopo, salita a Gemona, Norina conobbe Mario Copetti, con il quale si sposò nel 1957. Ebbero due figli: Patrizia e Alberto (prematuramente scomparso, lavorava in Comune).
Norina si era recata anni fa al Tempio di Cargnacco e lì aveva trovato il nome di Diego (ma non quello di un suo zio disperso, Giuseppe Cargnelutti, del 1917). E quando, il mese scorso, una cugina l’ha informata dell’articolo del Messaggero sul ritrovamento della piastrina, non ha potu. to trattenere il pianto. Poi ha ricevuto la visita dell’ex sindaco Gabriele Marini (mandato da Ivo Del Negro), che si occupa della ricerca dei famigliari delle vittime. Norina racconta che fino al 1976 non mancavano in casa cimeli di Diego (il suo cappello coloniale, ad esempio) ma sono andati distrutti col terremoto. Fortunatamente, però, ha rinvenuto alcune fotografie che sua suocera aveva conservato in una busta.
E senz’altro vorrà essere presente alla consegna della piastrina, il primo aprile alle 16, alla Loggia del Municipio di Gemona, durante il 6° raduno del Battaglione Gemona: subito prima della consegna, ai famigliari di Caduti della Grande Guerra, di alcune Medaglie commemorative conferite da Onorcaduti (Ministero della Difesa).