Sei in: Aree di studio / STORIA
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( 2023 )
«Riconosco in questo libro la mano di Davide Maria Turoldo, il profeta e poeta di robusta radice contadina, il monaco servita che teneva un drago dentro al cuore e che nell’anno stesso in cui morì lasciò al Mondo i suoi “nocturna tempora” trascorsi interrogando uno tra i testi biblici più belli e terribili, il Qohelet. Nove notti di mistico tormento vegliate all’incerto lucore di un’intelligenza vivida e inquieta. Ritrovo poi anche il calamo di Valerio Marchi, uno che in questi anni tanto ha regalato a tutti noi che inseguiamo sogni o squaderniamo la Storia, il quale non solo ci restituisce una riedizione del testo biblico originale, ma postilla le sue glosse sottili al testo turoldiano, intessendo voce con voce, come se mutatosi in altro da sé per qualche stravagante metamorfosi chassidica, parlasse con la voce stessa del figlio di Davide, re in Gerusalemme, e finalmente rispondesse agli interrogativi postigli da quell’altro Davide, che ebbe più umili natali in Coderno. Impreziosiscono il libro due scritti di Luca Mazzinghi e di Mario Turello, che offrono altre chiavi per far saltare altrettante serrature. Ed è bellissimo il saggio dentro al saggio di Valerio Marchi, il cui titolo è già di per sé tutto un programma: Inseguire l’anguilla: eh sì, perché «più sappiamo, più soffriamo e cozziamo contro tutto ciò che non sappiamo» (Angelo Floramo).
( 2023 )
«Riconosco in questo libro la mano di Davide Maria Turoldo, il profeta e poeta di robusta radice contadina, il monaco servita che teneva un drago dentro al cuore e che nell’anno stesso in cui morì lasciò al Mondo i suoi “nocturna tempora” trascorsi interrogando uno tra i testi biblici più belli e terribili, il Qohelet. Nove notti di mistico tormento vegliate all’incerto lucore di un’intelligenza vivida e inquieta. Ritrovo poi anche il calamo di Valerio Marchi, uno che in questi anni tanto ha regalato a tutti noi che inseguiamo sogni o squaderniamo la Storia, il quale non solo ci restituisce una riedizione del testo biblico originale, ma postilla le sue glosse sottili al testo turoldiano, intessendo voce con voce, come se mutatosi in altro da sé per qualche stravagante metamorfosi chassidica, parlasse con la voce stessa del figlio di Davide, re in Gerusalemme, e finalmente rispondesse agli interrogativi postigli da quell’altro Davide, che ebbe più umili natali in Coderno. Impreziosiscono il libro due scritti di Luca Mazzinghi e di Mario Turello, che offrono altre chiavi per far saltare altrettante serrature. Ed è bellissimo il saggio dentro al saggio di Valerio Marchi, il cui titolo è già di per sé tutto un programma: Inseguire l’anguilla: eh sì, perché «più sappiamo, più soffriamo e cozziamo contro tutto ciò che non sappiamo» (Angelo Floramo).