Sei in: Aree di studio / STORIA
Sei in: Aree di studio / STORIA
Sei in: Aree di studio / STORIA
( 2011 )
Da Tolmezzo, capoluogo della Carnia, nel giugno del 1891 giunse al quotidiano diocesano di Udine una lunga corrispondenza scritta da un prete che, dopo avere elencato una serie di disgrazie, calamità, crisi e miserie che avevano colpito di recente quelle zone, esclamò velenosamente: «Tempo bello per gli ebrei!». L’episodio, solo apparentemente minimale, porta invece alla luce una struttura mentale tanto più introiettata quanto più automatici sono i modi in cui essa si esprime. Quel «tempo bello per gli ebrei!», pur presentandosi solo come una specie d’inciso, esplicitava l’idea – data per scontata, quasi a mo’ di proverbio – che di tutta una serie di sciagure e di congiunture difficili, soprattutto di quelle economiche, chi potesse sistematicamente trarne vantaggio fossero sempre gli avidi e furbi ebrei usurai. E proprio partendo da questa circostanza è stato possibile constatare, attraverso uno spoglio metodico della stampa clericale friulana tra Otto e Novecento, tanto la profonda influenza, quanto la martellante propaganda antiebraica di matrice cattolica, espressione di un’ostilità di tipo religioso-economico-politico che anche in Friuli preparò terreni di coltura ed arsenali fin troppo ben strutturati all’antisemitismo razzista di stampo biologico, di altra matrice, poi tragicamente sviluppatosi nel corso del Novecento.
( 2011 )
Da Tolmezzo, capoluogo della Carnia, nel giugno del 1891 giunse al quotidiano diocesano di Udine una lunga corrispondenza scritta da un prete che, dopo avere elencato una serie di disgrazie, calamità, crisi e miserie che avevano colpito di recente quelle zone, esclamò velenosamente: «Tempo bello per gli ebrei!». L’episodio, solo apparentemente minimale, porta invece alla luce una struttura mentale tanto più introiettata quanto più automatici sono i modi in cui essa si esprime. Quel «tempo bello per gli ebrei!», pur presentandosi solo come una specie d’inciso, esplicitava l’idea – data per scontata, quasi a mo’ di proverbio – che di tutta una serie di sciagure e di congiunture difficili, soprattutto di quelle economiche, chi potesse sistematicamente trarne vantaggio fossero sempre gli avidi e furbi ebrei usurai. E proprio partendo da questa circostanza è stato possibile constatare, attraverso uno spoglio metodico della stampa clericale friulana tra Otto e Novecento, tanto la profonda influenza, quanto la martellante propaganda antiebraica di matrice cattolica, espressione di un’ostilità di tipo religioso-economico-politico che anche in Friuli preparò terreni di coltura ed arsenali fin troppo ben strutturati all’antisemitismo razzista di stampo biologico, di altra matrice, poi tragicamente sviluppatosi nel corso del Novecento.