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( 2010 )
L’accusa dell’omicidio rituale, che generalmente si pensa sia relegata agli “anni bui” del Medioevo, gira come uno spettro in Europa ancora nel 1913 e dalla Russia rimbalza, rimpolpandosi, nei vari territori occidentali: così, ripreso anche a Gorizia, nel Friuli allora austriaco, riverbera un persistente, accanito oscurantismo, con attacchi verbali che passano dall’ideologia religiosa generalizzata ostile al gruppo ebraico nel suo insieme, alla singola persona, individuata come membro affluente, visibile e caratterizzato della Comunità ebraica: nello specifico, Benedetto Morpurgo. Confrontandosi con la lettura critica della messe di articoli prodotti dalla stampa cattolica goriziana, raccolti in un florilegio ragionato e proposti come pregnante documentazione, il lettore potrà trarre illuminazioni e scoperte impensate, oltre che un profondo senso di inquietudine che sorge constatando la ricezione, la permanenza e la cristallizzazione degli stereotipi antisemiti nella storia contemporanea italiana. La sedimentazione del pregiudizio parte da lontano, e quando qualcuno sostiene che nella nostra penisola, e nel civile Nord Est, non esistette l’antisemitismo, quando l’opinione pubblica generale e comune crede che gli italiani, e fra di essi i friulani, siano stati esenti o quasi dall’odio razziale, non dice la verità.
( 2010 )
L’accusa dell’omicidio rituale, che generalmente si pensa sia relegata agli “anni bui” del Medioevo, gira come uno spettro in Europa ancora nel 1913 e dalla Russia rimbalza, rimpolpandosi, nei vari territori occidentali: così, ripreso anche a Gorizia, nel Friuli allora austriaco, riverbera un persistente, accanito oscurantismo, con attacchi verbali che passano dall’ideologia religiosa generalizzata ostile al gruppo ebraico nel suo insieme, alla singola persona, individuata come membro affluente, visibile e caratterizzato della Comunità ebraica: nello specifico, Benedetto Morpurgo. Confrontandosi con la lettura critica della messe di articoli prodotti dalla stampa cattolica goriziana, raccolti in un florilegio ragionato e proposti come pregnante documentazione, il lettore potrà trarre illuminazioni e scoperte impensate, oltre che un profondo senso di inquietudine che sorge constatando la ricezione, la permanenza e la cristallizzazione degli stereotipi antisemiti nella storia contemporanea italiana. La sedimentazione del pregiudizio parte da lontano, e quando qualcuno sostiene che nella nostra penisola, e nel civile Nord Est, non esistette l’antisemitismo, quando l’opinione pubblica generale e comune crede che gli italiani, e fra di essi i friulani, siano stati esenti o quasi dall’odio razziale, non dice la verità.