Lutero e la predica a Venzone: vero o no resta la suggestione
31
OTTOBRE
2017
dal “Messaggero Veneto”.
Il teologo “eretico” delle 95 tesi vi sarebbe passato nel 1510 rientrando da Roma La forte presenza dei luterani a Tarvisio, Gemona, San Daniele, Cividale e Udine
di VALERIO MARCHI
Wittenberg, Sassonia, Germania, 31 ottobre 1517. Esattamente cinquecento anni fa, secondo la vulgata comune, un monaco agostiniano semisconosciuto, Martin Luther, diffuse un documento che sarebbe passato alla storia come le “95 tesi”, ossia argomenti di discussione. Sulle prime, nessuno poteva immaginare le enormi conseguenze di quel fatto.
All’epoca, Lutero ricopriva una tranquilla cattedra di teologia presso l’università di Wittenberg. Ma tanto il problema della propria salvezza, quanto lo scandalo dell’ignoranza, dell’idolatria e della corruzione della Chiesa, lo turbavano profondamente. Le indulgenze, create con l’illusione di poter comprare il Paradiso, furono la classica goccia che fece traboccare il vaso: la Chiesa cattolica prometteva la piena remissione dei peccati (anche a favore di anime in Purgatorio) a chi compiva le opere prescritte per il Giubileo, oppure versava un’offerta per il compimento della basilica di San Pietro. E Roma, per mungere introiti dai territori tedeschi, aveva organizzato una capillare opera di predicazione e di raccolta.
Su questo tema così scottante Lutero auspicava un dibattito che, però, non ebbe luogo. Le 95 tesi, invece, con grande sorpresa dello stesso autore, divennero rapidamente e quasi dappertutto il manifesto di un cristianesimo ribelle, capace di incendiare la Germania e l’Europa. Tuttavia, Lutero fu preso sottogamba all’inizio, e solo in seguito trasformato in un eretico dall’intransigenza di Roma.
La cosiddetta “peste ereticale” contagiò anche l’Italia con le sue dottrine: Bibbia unica fonte di autorità, salvezza per sola fede, predestinazione, critica ai sacramenti, polemica antipapale, e così via. Essa si diffuse in quasi tutte le regioni della penisola, almeno sinché la Chiesa di Roma non pianificò una vigorosa repressione. Persino Venezia, da dove i protestanti nutrivano concrete speranze di innescare lo sviluppo di un movimento unitario, cedette alla svolta autoritaria cattolica a partire dagli anni Quaranta (Paolo III riorganizzò l’Inquisizione romana nel 1542; il primo tribunale in Friuli risale alla metà del secolo).
Gli scritti luterani e di altri riformatori, tradotti in latino o in volgare, giunsero ben presto in Friuli assieme a zelanti divulgatori. Secondo una tradizione viva a Gemona e Venzone, fra il 1510 e il 1511 Lutero, all’epoca non ancora “ribelle”, durante un suo viaggio a Roma avrebbe fatto sosta a Venzone (ospite del locale convento agostiniano degli eremitani) e avrebbe anche predicato in chiesa. Occorre dire che, sinora, non sono emerse conferme documentali; tuttavia, se anche i contorni dovessero rimanere quelli della leggenda, è plausibile ipotizzare quanto meno un nucleo di verità, distorto da stratificazioni di memorie. Le presenze di luterani e di altri aderenti alla Riforma lasciarono infatti il segno dalle nostre parti, come attestano in primis gli atti dei processi del Sant’Officio di Udine.
Nei decenni successivi allo scoppio della Riforma il movimento protestante, sebbene non organizzato, ebbe notevole diffusione nelle nostre terre, interessando varie classi sociali e toccando soprattutto località quali Tarvisio (dove nella seconda metà del secolo i cattolici rimasero un’esigua minoranza), Gemona (con presenze precoci, consistenti e attive), Cividale (snodo di un’intensa circolazione di libri proibiti), Udine (percorsa da numerosi luterani e anabattisti, penetrati anche nel Monastero di Santa Chiara!), San Daniele… e poi – con intensità e connotazioni variabili – Pontebba, Malborghetto, Chiusaforte, Tolmezzo, Piano d’Arta, Osoppo, Venzone, Fagagna, Tricesimo, Manzano, Gorizia, Cormons, Gradisca, Gonars, Latisana, il Friuli occidentale…
Verso la fine del Cinquecento la spinta protestante, sistematicamente repressa, parve esaurirsi in terra friulana. Ma resta un seguito della storia da raccontare.