Il maestro Lazzarini e i giorni della disfatta
5
OTTOBRE
2017
dal “Messaggero Veneto”.
Si riscopre la figura del patriota udinese. Insegnante e speleologo, ci lascia una lunga relazione
di VALERIO MARCHI
Nel corso di alcune ricerche ho reperito, presso l’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano di Roma, un manoscritto di 21 pagine redatto nell’agosto 1918 dal friulano Alfredo Lazzarini ad Almenno S. Salvatore (Bergamo). Il titolo è: “Relazione di quanto ebbe campo di osservare nei dolorosi giorni dell’abbandono delle sue terre del Friuli, 28 ottobre – 4 novembre”. Il contesto, ovviamente, è quello della rotta di Caporetto, nel 1917.
In seguito, ho scoperto che il fascicolo del Lazzarini – il quale, al momento della fuga, era ispettore scolastico a San Daniele del Friuli – fu pubblicato a puntate dall’11 al 13 agosto 1919, con il titolo «L’esodo tragico dopo Caporetto», sul quotidiano “La Patria del Friuli”. A fianco, faccio solo cenno ad alcuni contenuti, ma il testo completo è reperibile nel catalogo dei periodici on-line della Biblioteca civica di Udine “V. Joppi” (un servizio davvero eccellente). Qui colgo invece l’occasione per ricordare il Lazzarini. Si deve a Umberto Sello, attuale presidente del Circolo speleologico e idrologico friulano, la cura della memoria di questo nostro insigne corregionale.
Alfredo Lazzarini, nato a Udine nel 1871, ereditò dal padre Giuseppe Edgardo – avvocato, commediografo e poeta – un solido patrimonio culturale. Conseguita nel 1890 la licenza ginnasiale e nel 1893 la patente di maestro elementare di grado superiore, insegnò presso le scuole comunali cittadine. Ottenne nel frattempo da privatista la licenza liceale, mentre il tentativo di laurearsi in Giurisprudenza fu vanificato proprio dalla disfatta di Caporetto, che lo spinse alla profuganza (essa spiega il fatto che scrivesse dalla provincia di Bergamo, dove peraltro fu vice ispettore scolastico).
Occorre inoltre rilevare che, negli anni passati a San Daniele, curò un repertorio degli incunaboli della Biblioteca Guarneriana-Fontaniniana, di cui divenne bibliotecario nel 1915. Nel dopoguerra visse a Palmanova fino al 1938, anno in cui andò in pensione e si trasferì presso la figlia a Gorizia, dove morì nel 1945.
È arduo elencare compiutamente i molteplici interessi del Lazzarini, che si è mosso fra pura esplorazione, studio delle tradizioni popolari e della zoologia, composizioni poetiche, opere in prosa, e quant’altro. Suo è innanzitutto il merito di aver fondato a Udine il Circolo speleologico e idrologico friulano, primo del genere sul territorio nazionale, che ha appena festeggiato i 120 anni di vita. Tra le sue opere di speleologia ricordiamo la “Bibliografia speleologica friulana” (1905), oltre ai numerosi interventi su riviste specializzate quali “In Alto” e “Mondo Sotterraneo”.
Con la speleologia – diceva – «si discende a portare la luce nel mondo sotterraneo, dove fino a pochi anni addietro viveva il mito e la leggenda e dove ancora non era penetrata la scienza, che sottrae un eletto numero di forze giovanili alla snervante vita cittadina, all’afa dei ritrovi pubblici, per educare alla scuola della fatica e allo studio della natura». Tra i suoi compagni di esplorazioni troviamo nomi illustri: Angelo Coppadoro, Sabino Leskovic, Olinto Marinelli, Romeo Battistig, Arrigo Lorenzi, Renzo Cosattini, Ardito Desio, Egidio Feruglio…
La sua passione per l’educazione e l’insegnamento, poi, è confermata dall’organizzazione di forme di speleologia turistica, cui parteciparono centinaia di studenti udinesi. Fu anche autore di numerose pubblicazioni letterarie: raccolte poetiche, articoli sui quotidiani locali, un “Vocabolario Friulano-Italiano”, una “Bibliografia del Teatro friulano”, e così via. Apprezzato oratore, trattava con disinvoltura le più varie tematiche: dalle “Denominazioni friulane di animali e di piante non registrate dal Pirona” alle “Piante e le loro virtù nelle credenze popolari”, dai “Raffronti folcloristici” alle “Leggende Friulane”… Un uomo di pensiero e d’azione eclettico e brillante, dunque, che vale la pena riscoprire.