La realtà della Risurrezione e le radici del Cristianesimo
16
APRILE
2017
dal “Messaggero Veneto”.
L’Apostolo Paolo: “Se Cristo non è risorto, vana è la nostra predicazione. Se i morti non risorgono, allora mangiamo e beviamo, perché domani moriremo”.
di VALERIO MARCHI
Qual era la speranza dei cristiani in epoca apostolica? Rifarsi, dopo due millenni, alle radici della fede in Cristo, non è un esito nostalgico.
Si tratta, piuttosto, di valutare i contenuti e il senso della documentazione (straordinaria, a prescindere dal giudizio che si possa esprimere) del Nuovo Testamento: Vangeli, Atti degli Apostoli, Lettere apostoliche, Apocalisse. Secondo quanto riferito dagli evangelisti Matteo, Marco e Luca, Gesù indica l’ignoranza delle Sacre Scritture e la sfiducia nella potenza di Dio quali cause di fondo di ogni scetticismo nei confronti della risurrezione. Inoltre, nel Vangelo di Giovanni Gesù afferma: «Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore vivrà». Una pretesa simile o è vera o è falsa: non è ammessa una terza possibilità.
L’apostolo Pietro, poi, testimonia di «una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti»: non si dà perciò vera fede in Cristo senza la sua risurrezione, che peraltro il Nuovo Testamento considera primizia (ossia anticipazione e garanzia) della nostra.
L’apostolo Paolo, dal canto suo, scrive: «Se Cristo non è risorto, vana è la nostra predicazione e vana è pure la vostra fede… Se i morti non risorgono, allora mangiamo e beviamo, perché domani morremo». Coerentemente, poi, aggiunge: «Se Cristo non è stato risuscitato, noi siamo trovati falsi testimoni di Dio, perché abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato il Cristo».
Frasi di questo tenore spingono a fare una scelta decisiva. Sulla realtà o meno della risurrezione, infatti, sta o cade il Cristianesimo. Se Cristo non è risorto, allora il Vangelo si riduce a una rete di menzogne, infatuazioni, allucinazioni o, quanto meno, mitologie e pie illusioni: e la buona notizia – tale il significato di . Vangelo, dal greco euanghèlion – sarebbe solo una bufala.
Una fake news, come si dice oggi. Nella Lettera ai Romani leggiamo: «Se con la bocca dichiari che Gesù è il Signore e se credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato». Ciò non significa esigere una fede priva di basi oggettive: infatti l’evangelista Luca premette al suo resoconto ordinato di avere «indagato accuratamente ogni cosa fin dall’inizio» e di essersi rivolto in primis a «coloro che da principio furono testimoni oculari e ministri della Parola». Una storia teologicamente orientata, dunque, ma non per questo approssimativa o contraffatta.
Ora, raccogliendo i dati sparsi negli scritti neotestamentari, si può proporre uno sguardo sintetico delle apparizioni del Risorto.
Nel giorno stesso della risurrezione (cioè quello dopo il Sabato) appare nell’ordine: a Maria Maddalena; ad altre donne che, come Maddalena, si sono recate al sepolcro; a Pietro; ad altri due discepoli sulla via di Emmaus (uno è Cleopa); al gruppo degli apostoli (senza Tommaso) e ad altri con loro a Gerusalemme. La Domenica seguente il Risorto si presenta agli apostoli (con Tommaso) e ad altri discepoli a Gerusalemme.
Quindi, nell’arco di quaranta giorni, «con molte prove convincenti» e «parlando delle cose del regno di Dio», incontra cinque apostoli e altri due discepoli presso il lago di Tiberiade, in Galilea; poi più di cinquecento persone assieme, probabilmente in Galilea; ancora gli apostoli in Galilea; Giacomo il Minore; gli apostoli a Gerusalemme; ancora loro presso Betania, sul monte dell’Uliveto, nella settimana prima della Pentecoste ebraica (che cade sette settimane dopo la Pasqua ebraica), in occasione dell’ascensione, ordinando di attendere la discesa dello Spirito Santo e annunciare il Vangelo ovunque a partire da Gerusalemme: ciò che avviene a Pentecoste, quando Pietro predica con gli apostoli il Risorto e molti si convertono battezzandosi. Nasce così la prima comunità cristiana.
Dopo due millenni, comunque sia e si creda, il caso Gesù è ancora aperto e siamo qui a parlarne.